OBIETTIVI DEL DOPOSCUOLA

Gli obiettivi principali del servizio di doposcuola D. G. Busato sono:

Lo svolgimento dei compiti secondo i ritmi e i bisogni del singolo bambino. Come diceva Maria Montessori “ogni bambino è a sé, ha i suoi tempi”; ogni bambino infatti è differente, ha i suoi ritmi, i suoi bisogni, la sua personalità, la sua storia e richiede metodologie adatte alle sue potenzialità e alle sue difficoltà in ambito di apprendimento. Per questo le insegnanti del doposcuola cercano di affiancare pian piano ogni singolo bambino scovando le strategie più adatte, affinché tutti possano sviluppare le proprie capacità e usufruire in modo completo delle proprie conoscenze oltre che affinarle e ampliarle al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla scuola primaria. Il bambino non va quindi obbligato, non va costretto, non gli si deve mettere fretta.

Lo sviluppo in ogni bambino di un certo grado di autonomia. Durante l’intero anno scolastico, al doposcuola, si insegna ai bambini a “fare da soli”, ad essere autonomi nello svolgimento dei compiti ma anche nell’organizzazione del materiale e in tutte le attività che il servizio propone.

Si stimola l’autonomia nei bambini affinché siano in grado di scoprire da soli, di sbagliare e correggersi, di sviluppare autostima e fiducia in sé stessi, di aiutarsi a vicenda e di diventare responsabili dei propri compiti e in generale delle proprie azioni. Riprendendo nuovamente il pensiero della grande pedagogista M. Montessori: “Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco”.

 L’interazione tra i pari anche durante lo svolgimento dei compiti. La metodologia prediletta dalle insegnanti del doposcuola è il Cooperative Learning, metodo attraverso il quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso.

Gli studenti lavorano insieme, faccia a faccia, al fine di raggiungere obiettivi comuni, cercando di migliorare reciprocamente il loro apprendimento. È così che i bambini, attraverso lo scambio e l’interazione si aiutano l’un l’altro venendo in soccorso di chi, nei vari momenti di studio, può trovarsi in difficoltà. In questo modo, ogni bambino, si sente utile, aiuta e allo stesso tempo riceve dai pari, si confronta, dialoga e ricerca. Il metodo del Cooperative Learning è nato già agli inizi dell’Ottocento ed è stato poi ripreso da vari dei più grandi pedagogisti, tra i quali Dewey, Piaget e Vygotsky (“Le funzioni prima si formano nel collettivo, nella forma di relazioni tra bambini e così diventano funzioni mentali per l’individuo”), che sostengono l’efficacia dell’interazione nel processo di apprendimento; il metodo del Cooperative Learning sviluppa oltre che un’interdipendenza positiva anche una responsabilità individuale e di gruppo e la capacità di autovalutarsi.

Lo sviluppo della creatività e del pensiero critico. Le insegnanti cercano di non fornire immediatamente la soluzione nei momenti di difficoltà del bambino, tentano invece di far fiorire il dialogo e la discussione, in modo tale che lo studente ragioni e si confronti arrivando in autonomia alla soluzione del problema. Come sosteneva il grande filosofo e pedagogista Dewey “Il fallimento è istruttivo. La persona che davvero pensa impara tanto dai suoi insuccessi quanto dai suoi successi.” L’individualizzazione dell’errore e l’auto-correzione sono efficaci tecniche di apprendimento non solo secondo le insegnanti del doposcuola, ma anche secondo le teorie di molti pedagogisti di fama internazionale, tra i quali Freinet, Popper, Bruner (“chi pensa in modo intuitivo… può spesso raggiungere soluzioni errate, ma può anche accorgersi di avere sbagliato, da solo o grazie all’intervento altrui. Questo procedimento di pensiero quindi comporta la possibilità consapevole di commettere degli errori, in tutta onestà, nell’intento di risolvere problemi”), Montessori (che definisce addirittura: Signor Errore). In ogni errore giace la possibilità di imparare qualcosa di nuovo e di migliorare sé stessi. Lo studente va spronato, sorretto, incitato a fare, a sbagliare e, cosa più importante, a correggersi.

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